Capo Testa e la Valle della Luna: gli occhi aperti sul cielo

giovedì, maggio 02, 2019


"...la frescura, il silenzio. E poi, con le labbra serrate, con gli occhi aperti sull’arcano cielo dell’ombra, sarà – tu lo sai – la pace."
Antonia Pozzi.



In Sardegna siamo arrivati a quel periodo dell'anno in cui ci si prepara all'arrivo dei turisti. La natura si risveglia e regala i primi segnali della bella stagione che arriva e volte le spalle all'inverno. Le attività turistiche, dopo mesi di chiusura, riaprono timidamente i battenti per prepararsi all'estate. Questo periodo primaverile di preparazione ci aiuta pian piano all'idea di accogliere il caos. Caos che è vita per l'economia ma anche qualcosa che stride con il lungo silenzio invernale.



Quando finisce l'estate inizia la malinconia autunnale che accompagnerà l'isola verso il silenzio. A poco a poco ci si abitua all'assenza di rumore e si inizia a dimenticarsi del calore estivo e di tutta la sua frenesia. Ci si adegua a panorami silenziosi, privi di visitatori, che lasciano spaziare l'immaginazione e fanno compagnia a modo loro con un soffio di vento, il mare in burrasca o qualche fenomeno metereologico aspro e solitario. La primavera poi, ci ricorda che questi paesaggi a breve si ripopoleranno di vita umana. 


Ogni anno scorre così: ci si deve abituare alla presenza, poi all'assenza, e poi alla presenza nuovamente, in un ciclo che non ha mai fine. Non siamo un luogo lineare dove ogni giorno è uguale a sé stesso e ricco della stessa popolazione. Spaziamo tra moltitudine e vuoto senza riuscire mai ad abituarci all'una o all'altro. La Valle della Luna è un luogo selvaggio che faccio fatica a veder pieno di gente d'estate e completamente vuoto d'inverno. Percepisco sempre qualcosa di inafferrabile, come il suo mare agitato, per la gran parte del tempo. Un luogo lontano da tutto ma allo stesso tempo in fuga verso il mare. 


Quest'isola ha un carattere simile ed indecifrabile. Solitaria ma in fuga, tutto è fermo ma mai per davvero, ogni segno rimanda a qualcosa di più profondo che mai si può afferrare. Ogni spazio sembra immobile ma ogni roccia ha una personalità unica e forme modellate in maniera originale da una mano segreta che risiede nell'aria. Sono una vicina all'altra, eppure ognuna di esse ha subito un movimento diverso del vento ed è stata sferzata dalla salsedine con forza e violenza variabile. 



Il cielo raramente è completamente azzurro, è sempre costellato di nuvole e il vento è inarrestabile per la maggior parte del tempo. Il paesaggio danza costantemente. Lo fa attraverso colori peculiari che caratterizzano le stagioni. Ora è tutto verde e fiorito. Un prato lambito dal mare che si prepara a movimenti umani più intensi.




Lascio delle foto che descrivono la vita speciale della primavera sarda, a testimonianza della nostra attesa dell'estate a metà tra l'attaccamento e l'amore per il silenzio e il ricordo dell'allegria dei mesi più caldi. 




"...quando un’unica lama di luce

pioverà dall’estremo spiraglio
dentro la tenebra,
allora sarà l’onda mostruosa,
l’urto tremendo,
l’urlo mortale
delle parole non nate
verso l’ultimo sogno di sole."

Antonia Pozzi



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