Sudan: il turismo è possibile?
venerdì, aprile 21, 2017
"See the nation through the people's eyes, see tears that flow like rivers from the skies.
Where it seems there are only borderlines. Where others turn and sigh, you shall ris."
Living Darfur, Mattafix
Osservando il Sudan dal mare, la sua costa è prevalentemente desertica. Ore ed ore di deserti infiniti che non lasciano presagire la presenza di grandi città. Di notte poi, è il buio a fare da padrone e persino le luci delle auto che percorrono strade desolate, vengono viste come un "evento", quasi a dire: "Hey, c'è vita laggiù!". L'elemento deserto quindi, è predominante in questo stato dell'Africa orientale. La presenza Egiziana in passato, ha trasmesso una grande influenza alle tradizioni e alla cultura del Sudan. Successivamente gli invasori inglesi hanno portato alla divisione dello stato in due parti: il Sudan del Sud, prevalentemente Islamico e il Sudan del Nord, a maggioranza cristiana. Ottenuta poi l'indipendenza nel 1956, il Sudan ha assistito a decenni di violente guerre civili e conflitti etnici interni fino a giungere all'indipendenza del Sudan del Sud dal resto del Sudan nel 2011 attraverso un Referendum. Questa separazione in realtà, non ha portato realmente la pace in questo territorio meridionale. Qui, infatti, hanno avuto luogo ulteriori e sanguinosi conflitti etnici che hanno portato migliaia di morti.
La storia tormentata del Sudan è indispensabile per capire meglio la povertà che affligge questo luogo. Una povertà creata principalmente dall'instabilità politica e sociale che non ha mai permesso di attuare programmi volti allo sviluppo economico e turistico. Le case sulla costa, in molti luoghi, furono costruite in corallo, elemento che con il tempo, tende a corrodersi. Qua siamo a Suakin, una piccola città a sud di Port Sudan, il maggior centro che si affaccia sul Mar Rosso. Apparentemente sembra esserci stata una guerra, in verità questo degrado fa parte solo dello scorrere del tempo.
Poche auto, molte persone a piedi o in bicicletta. La parola Sudan deriva da un'espressiona araba che significa "paese degli uomini neri". E infatti, in questo stato la pelle della sua popolazione tende ad essere molto scura. E pensare che arrivando in Egitto, lo stato con cui confina nella parte Nord, la carnagione cambia completamente diventando molto più chiara e la stessa conformazione del volto cambia notevolmente.
Ci sono molti carri per le strade e un numero spropositato di capre che vagano tra le vie e le macerie o si rilassano all'ombra. Il caldo di questo paese all'ora di punta è davvero "africano".
L'attrazione principale per me, sono i bar, i negozietti e i mercati della frutta e verdura. Il porto è un altro luogo intyeressante perché le imbarcazioni dei pescatori sono suggestive e colorate e s'incontrano tante persone che salutano curiose. Per le vie della città non ho incontrato donne perchè era un giorno non festivo e in stati come questo, prevalentemente islamici, le donne tendono a stare a casa occupandosi della famiglia e della cura dell'abitazione. Vorrei soffermarmi di più su questo ma lo farò in un altro post a parte.
Visitare il Sudan si può ma con alcuni accorgimenti.
- In base alle informazioni di un agente locale e a quelle reperite in rete, prelevare al bancomat risulta impossibile. Bisogna portarsi dietro una quantità di contanti indispensabile per poter sopravvivere durante la permanenza in questo stato.
- Non tutte le zone sono tranquille. Gli scontri civili continuano ad imperversare in certe aree per questo motivo, è consigliabile informarsi prima della partenza su quali aree è meglio evitare. Questi scontri sono in continua evoluzione quindi, è preferibile basarsi su informazioni fresche.
- Essendo uno stato fortemente musulmano è meglio indossare un abbigliamento consono con pantaloni lunghi e spalle coperte. Questo consiglio di farlo a prescindere anche per via del sole cocente.
- Per i viaggiatori italiani è necessario richiedere il visto prima della partenza. La durata è di trenta giorni.
- Le infrastrutture e i trasporti sono poco sviluppati. Il bus è preferibile al treno e molto più frequente. Prima di partire è meglio dare un'occhiata a dove si può alloggiare e come ci si può spostare perché internet c'è ma non sempre funziona a dovere.
Durante il viaggio ho ascoltato spesso una canzone che mi piace molto: "Living Darfur", uscita nel 2007 per raccogliere fondi per questa zona del sud aspramente colpita dai conflitti, dalla morte e dalla povertà.
"There’s disaster in your past – C’è disastro nel tuo passato
Boundaries in your path – confini nel tuo percorso
What do you desire when lift you higher? – cosa desideri quando ti elevi?
You don’t have to be extraordinary, just forgiving – Non devi essere straordinario, solo perdonando
Those who never heard your cries – coloro che non hanno mai sentito le tue urla
You shall rise – Tu devi sollevarti"
Parole che rispecchiano la situazione di quegli stati, come il Sudan, che da decenni vengono flagellati da guerre e scontri, in nome di antichi dissapori, visti come affronti da fare pagare a tutti i costi. Anche quando il conto che si presenta è quello di uno stato con tanta potenziale bellezza che non riesce ad elevarsi.
Guarda la nazione attraverso gli occhi del popolo
Guarda le lacrime che scorrono come fiumi dai cieli
Dove sembra che ci siano solo confini
Dove gli altri si girano e sospirano
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Dove sembra che ci siano solo confini
Dove gli altri si girano e sospirano
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Dove sembra che ci siano solo confini
Dove gli altri si girano e sospirano
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Dove sembra che ci siano solo confini
Dove gli altri si girano e sospirano
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"Guarda la nazione attraverso gli occhi del popolo, guarda le lacrime che scorrono come fiumi dai cieli, dove sembra ci siano solo confini, dove gli altri sospirano e si girano, tu devi sollevarti."
Guarda la nazione attraverso gli occhi del popolo
Guarda le lacrime che scorrono come fiumi dai cieli
Dove sembra che ci siano solo confini
Dove gli altri si girano e sospirano
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Guarda le lacrime che scorrono come fiumi dai cieli
Dove sembra che ci siano solo confini
Dove gli altri si girano e sospirano
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Dove sembra che ci siano solo confini
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