Lievemente ci incontriamo e poi ripartiamo
lunedì, settembre 12, 2016
"Vivrò in un lento e sagace germogliar di onde che se gli anni invecchiano, io sto col mare.
I sorrisi alle correnti, le parole al vento. Il cibo alla risacca, l’amore alle maree."
I sorrisi alle correnti, le parole al vento. Il cibo alla risacca, l’amore alle maree."
Francesco, un amico
Novembre
Sento la malinconia invernale che mi pervade. La mia città baciata dal sole diventa improvvisamente silenziosa e introversa. Come ogni anno, inizia il periodo in cui il tramonto arriva troppo in fretta e la luce si spegne velocemente in meravigliosi colori. Osservo l'orizzonte, una costante tra le placide abitudini isolane. Guardiamo sempre oltre, immaginando tutte le bellezze misteriose che quella linea, al contempo vicina e lontana, ci nasconde. Di solito questa poetica malinconia mi piace. Quest'anno la sento opprimente e un po' vuota. Vorrei raggiungere quella linea laggiù e superarla. Nel momento in cui mi rendo conto di questo, ho preso la mia decisione.
Dicembre
Ho un biglietto aereo in mano verso l'ignoto. I miei pensieri sono cavalli pazzi che si rincorrono senza mai placarsi. Arrivo in Francia, a la Rochelle, il porto che darà avvio alla grande e indelebile traversata dell'oceano Atlantico. Ho almeno due settimane per affezionarmi a questo luogo prima della grande partenza. Ogni giorno passeggio verso il centro e attraverso il passo rendo mie queste nuove strade. Mi abituo alla routine di una città che presto lascerò. "Bonjour Messieur", esclamo ai passanti noti e meno noti. Salutare mi trasmette sempre l'impressione che questa brevissima condivisione di parole crei un legame con uno spazio che non mi appartiene. Quando giunge il giorno della partenza, mi sembra quasi di abbandonare ogni angolo della città in cui mi sono soffermata. La barca si allontana dal porto, i contorni di La Rochelle diventano sempre più sbiaditi e l'avventura ha inizio. Ci dirigiamo verso l'oceano più profondo. Attraversiamo la baia di Biscay, punto d'incontro di venti che giungono da più direzioni creando un bel rimescolamento di onde. Il catamarano non si fa intimidire. Noi invece, ci sentiamo perennemente sulle montagne russe. Siamo due italiani, uno spagnolo, un australiano e uno skipper delle Barbados. Sembra l'inizio di una stupida barzelletta. Mi ricorda uno di quei video su Youtube dove grosse navi vengono divorate dalle onde nei mari del Nord. La nausea mi pervade e penso che forse non riderò più di quei video o forse, per averlo vissuto in prima persona, riderò ancor più di prima. Il tempo scorre lento scandito dalle mie corse verso i punti prediletti della barca per liberarmi dai fastidiosi succhi gastrici. Il giubbotto di salvataggio diventa improvvisamente un marchingegno infernale. Sono come un cagnolino legato a un palo che tenta di raggiungere una ciotola. A ogni balzo del catamarano, l'oceano mi lava il viso. Quando rialzo la testa, mi sento finalmente libera. Fino alla prossima corsa.
Gennaio
Procedere era impossibile e siamo stati obbligati a fermarci in Spagna. "In quale città ci troviamo?", chiedo tra un conato e l'altro. Mi rispondono che ci troviamo a La Coruña, in Galizia. Desta una gran bella emozione arrivare a sorpresa in un luogo di cui non si conosce nulla. Osservo la città dal porto e quei grandi palazzi affacciati sul mare mi danno un'impressione di freddezza. L'importante è che il mio stomaco e il mio fisico abbiano il tempo per riprendersi dopo quattro giorni di montagne russe nonstop. Arriviamo giusto in tempo per il Capodanno. Non possiamo far altro che festeggiare qua il termine del 2015. Usciamo tutti insieme alla ricerca di una festa dove poter attendere lo scoccare della mezzanotte. Siamo vestiti come degli escursionisti-marinai che non sanno bene dove andare. Ironico pensare che questa località, a differenza di altri posti della Spagna, non ami il Capodanno in piazza e privilegi le feste private nei locali che seguono un codice di abbigliamento elegantissimo. Siamo perfettamente fuori luogo. Scegliamo un pub e il nostro arrivo scatena una curiosità sempre crescente. Il nostro skipper invade la pista da ballo muovendosi sinuosamente e senza sosta, senza curarsi minimamente del fatto che tutto il locale lo stia osservando. Cerca di coinvolgere le ragazze a dimenarsi con lui, come è usanza nel suo paese. Dopo un attimo di perplessità, qualche giovane donna decide di accettare l'invito e viene catapultata nel magico mondo delle danze caraibiche. Altre ragazze invece, osservano allibite questa danza frenetica e fuori dagli schemi. Gerrit, lo skipper mi chiede, "Come mai nessuna donna voleva ballare con me?". Gli riferisco che noi Europei balliamo, certo, ma in maniera più statica e dopo magari, quei due, tre, quattro, cinque drink che fanno sparire le inibizioni. Non tutti siamo abituati a muovere il bacino come se fossimo ballerini al Carnevale di Rio e le nostra ginocchia spesso scricchiolano quando ci piegamo così tanto. Ride e quasi si compiace per la sue grandi abilità. Il locale intanto, gremito di spagnoli festeggianti, ha occhi solo per noi. "Perché siamo vestiti così? Da dove veniamo e dove stiamo andando?". Mille domande a cui devo rispondere come se fossi un personaggio famoso al cospetto dei giornalisti. Per un attimo mi pento di aver risposto in spagnolo. Non appena si accorgono che conosco bene la loro lingua, non mi danno scampo. Si tratta tuttavia, di un falso pentimento che va scemando tra una chiacchiera e l'altra. Facciamo amicizia con una marea di persone che ci inondano di entusiasmo. Sembriamo amici da una vita e il loro calore non può che scaldarci dopo tanti giorni in balia di pioggia, vento e silenzio.
Quando lasciamo La Coruña, quei grandi palazzi affacciati sul mare, non sembrano più tanto freddi. Non possono più esserlo. Il viaggio deve continuare nonostante il maltempo che imperversa al di fuori della sicurezza del porto. Navighiamo ancora una volta in acque tempestose e dopo qualche giorno, siamo costretti a una nuova sosta. Sono stremata, non mangio da giorni e il mio corpo ha sofferto terribilmente. Il nuovo approdo però, mi strappa un sorriso. Siamo nella bellissima Porto. Ci immergiamo subito nella sua poetica decadenza e ci accorgiamo che questa terra ha moltissimi lati in comune con l'Italia. Gli addetti alla Marina portuale danno l'idea di essere dei vicini di casa di un piccolo paese, curiosi di sapere informazioni e di scambiare qualche parola con noi. Ogni giorno diventa consuetudine passare a salutarli. Possibile aver trovato un pezzo di casa anche qua? Gerrit ci fa assaporare l'allegria di questo popolo, invitando in barca una comitiva di portoghesi conosciuta per caso in una vineria del centro. L'aspetto più bello di tutto ciò è che lui parla solo inglese e loro non conoscono altra lingua che il portoghese. Ancora una volta, la forza del "Cin cin" ha unito due culture che avrebbero dovuto affrontare un evidente divario linguistico. Passiamo una serata divertentissima. Il tempo di ripartire è già arrivato. Una sola sosta ci separa dalla grande traversata, l'Isola di Madeira. Selvaggia e verde come pochi luoghi, ci accoglie con panorami strepitosi e ancora una volta, non partiamo soli. Dalla banchina, Jake e Hollie, coppia americana che viaggia su un trimarano (un catamarano a tre scafi) ormeggiato vicino al nostro, sono lì a salutarci dopo alcuni giorni trascorsi insieme. Strano arrivare in una nuova destinazione senza conoscere nessuno e ripartire con qualcuno che ti augura "Buon vento" con un grande sorriso stampato sul volto. Storie di vita che si mescolano e poi si dicono "Arrivederci" con la speranza d' incontrarsi in un nuovo porto. Finalmente le acque si sono calmate e l'oceano ci accoglie tra le sue enormi braccia.
Febbraio
Viaggiamo in cinque su un catamarano di tredici metri con l'intento di raggiungere i Caraibi. Un piccolo spazio da dividere per un tempo lunghissimo. Sono l'unica ragazza presente nell' equipaggio e penso proprio che approfitterò di questo fatto per accaparrarmi più dolciumi dalle provviste o decidere io cosa mangiare a pranzo. Sebbene i miei compagni di avventura siano di quattro nazionalità diverse, tutti comprendono bene questa regola. "Le donne devono avere sempre l'ultima parola", esclamano di tanto in tanto. In questi pochi metri, convivono quattro culture che si scoprono differenti solo in una cosa: il carattere. C'è chi è più lunatico, chi più paziente, chi più pensieroso, chi più allegro. Ognuno ha i suoi momenti di gioia e d'introspezione. Siamo cinque persone diverse eppure così simili. Ognuno con il proprio bagaglio di sogni e tutti insieme ad affrontare l'Atlantico. Tre settimane senza alcun litigio. E quella destinazione, tanto lontana e desiderata, la raggiungiamo davvero dopo ben ventuno giorni in balia di notti ricche di stelle, plancton scintillante, delfini, balene, albe e tramonti infuocati, silenzi riempiti solo dal suono delle onde. Approdiamo prima all'Isola di Barbuda e poi a Saint Martin. Siamo pronti a mescolarci con la cultura caraibica. Dentro di noi però, già ribollono le emozioni di due mesi di viaggio. Conoscere i Caraibi era il nostro sogno iniziale, ma il tragitto ci ha stupito facendoci assaporare la dolcezza di giungere soli in un porto per poi lasciarlo con in mente uno sguardo, una conversazione, un momento speciale nel cuore. Vite diverse che s'intrecciano anche solo per un momento grazie a un bicchiere di vino (o più di uno), un sorriso, un giornaliero "Come va?", la condivisione di qualche ora insieme.
Ci avviciniamo lievemente e poi, ripartiamo, con un'emozione in più dentro.
Ci avviciniamo lievemente e poi, ripartiamo, con un'emozione in più dentro.
"Sappi che tutte le strade, anche le più sole hanno un vento che le accompagna
e che il gomitolo, forse non ha voluto diventar maglione
che preferisco non imparare la rotta per ricordarmi il mare."
Gianmaria Testa
e che il gomitolo, forse non ha voluto diventar maglione
che preferisco non imparare la rotta per ricordarmi il mare."
Gianmaria Testa
21 comments
Ti scrivo solo che tutto questo è meraviglioso.
RispondiEliminaxxx
:) grazie anonimo, chiunque tu sia
EliminaSono d'accordo con l'anonimo qua sopra. E le tue parole sono veramente belle!
RispondiEliminaComplimenti!
Un abbraccio
LuluCuomo
Uh! Grazie mille Lulu :)
EliminaBrava dovresti raccogliere ub un pdf tutto quello che scrivi e metterlo come e-book online. Un abbraccio e buona settimana.
RispondiEliminaEdvige, mi dai troppa fiducia :D
EliminaUn abbraccio anche a te :)
Mi hai fatto sognare. Non so come, non so quando, ma so che vorrei seguire il tuo esempio. Perché credo sia una di quelle avventure che restano per sempre...
RispondiEliminaUauuu :) questa cosa non può che farmi piacere *-*
EliminaChe invidia...tutta positiva...quante emozioni. Un bacio
RispondiEliminaGrazie cara :)
EliminaVale, oltre alle parole bellissime aggiungo: finalmente ho capito bene che cavolo hai fatto l'inverno scorso! :D
RispondiEliminaDeve essere un'esperienza molto formativa, sarei curiosa di sapere come ti è venuto in mente! In bocca al lupo per il contest!
:D ahahhah, lo so, sono un po' ermetica e non descrivo mai con troppi particolari le mie avventure :D Un giorno, a voce, ti racconterò tutto :D Buona fortuna anche a te :)
EliminaBellissimo il tuo racconto, speravo che dicessi di più sulla tua oceanica avventura. Sai, anche io mi vergognavo di far conoscere il blog a chi mi è vicino... poi ho deciso di aprirne un altro per uscire allo scoperto, fare un cambio drastico. Ma torniamo a te, m'incuriosisce molto la tua esperienza in mare, forse te l'ho già detto ma sei stata davvero coraggiosa.
RispondiEliminaInfatti la tua nuova creatura mi piace assai :) hai fatto benissimo a fare un cambio drastico e a buttarti :) spero di riuscire a scrivere di più. Ho un diario enorme che vorrei trascrivere e ci potrebbe uscire un libro, ma sono troppo restia per ora :D Se ci incontreremo, ti racconterò ogni dettaglio :)
EliminaRiporto qua sotto dei commenti ricevuti su Facebook per non perdere la loro bellezza e fermarli forever:
RispondiEliminaMonica Nicoliello Gli altri post saranno meritevolissimi, ma per me hai vinto tu, stupende le tue parole lievi, stupende le immagini, e anche la citazione in chiusura.
Erika Francola Pura meraviglia. Bravissima tu
Nica Rella Questo racconto è un sogno continuo. Quasi mi è dispiaciuto arrivare alla fine.Ho letto immaginando ogni singolo momento . Bravissima Valentina ��
Questo post trasmette emozioni e sogni; i miei complimenti.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Grazie mille :)
Eliminadavvero complimenti, che fantastiche esperienze in mare!
RispondiEliminagrazie Andrea :)
EliminaQuanta passione, quanta acqua. Ho letto questo articolo immaginando anche tutto ciò che non è scritto, perché nonostante non sia un diario giornaliero ho potuto pensare alla piacevole lentezza di un viaggio come questo, dove è l'oceano a comandare e tu sei tra le sue braccia immense.
RispondiEliminaGrazie per queste emozioni Vale :) baci!
Grazie mille a te per questo delizioso commento :***
EliminaOgni commento è un raggio di sole.