Si, viaggiare ✿ Yes, let's travel

sabato, gennaio 24, 2015



In quale momento inizia il viaggio?
When does the journey start? 


Quando decidiamo la meta e prenotiamo i biglietti? Quando iniziamo a preparare la valigia? Quando chiudiamo definitivamente la porta di casa per partire? Secondo me il viaggio inizia dal momento in cui la nostra mente inizia a fluttuare verso la nuova destinazione raggiungendo l'apice massimo in quel lasso di tempo impiegato per raggiungere la meta desiderata. Io ricorderò sempre le lunghe ore in attesa di arrivare in India, in Africa o in Estonia. Molti aerei da cambiare, molte ore da attendere, un tempo infinito per pensare a cosa mi attendeva una volta arrivata in questi luoghi. Il tempo dell'attesa durante il viaggio rappresenta il culmine stesso del viaggiare; si accumulano immagini, pensieri, aspettative, paure, si immaginano i confini da superare e si auspica il raggiungimento di un equilibrio in armonia col nuovo ambiente. E' un momento di abbandono, un piacevole abbandono, in cui si lascia definitivamente casa man mano che i chilometri di distanza aumentano, e ci si perde in un luogo che ancora non si conosce. 

Una volta arrivati è il momento dell'impatto; ecco che di colpo tutti i nostri pensieri si concretizzano dando forma a quelle che erano solo immagini astratte e delineando qualcosa che forse credevamo di poter conoscere, ma quando lo incontri davvero per la prima volta, capisci che non si può conoscere davvero finché non ci arrivi e non ti ci immergi completamente. Da questo istante inizia l'ebbrezza, quello stato di vertigine che ci trascina in emozioni sempre nuove e nell'incontro con una cultura diversa, ricca di dettagli da osservare pian piano nei giorni. Si sente l'esigenza di fissare su carta o su web quello che ci sta accadendo; i nostri sensi si risvegliano, la nostra mente è più ricettiva a contatto con migliaia di informazioni inconsuete e sentiamo pertanto il desiderio di annotare sapori, incontri, scoperte, novità in un posto in cui non vadano perse. Stupore, entusiasmo, paura, spaesamento, gioia, domande, dubbi, affezione, tutto si mescola in maniera poco delineata, come se si provassero mille emozioni contrastanti difficilmente separabili l' una dall' altra. E' un gran caos, un caos positivo; siamo bombardati da molteplici informazioni da catalogare, organizzare, ricordare, sistemare in base alla nostra percezione delle cose e alle linee guida del nostro pensiero. Quando poi giunge il momento dell'addio, della separazione e dell'allontanamento, le immagini raccolte si auto-sistemano nella nostra mente in base a quelli che sono i valori e i canoni della nostra vita; tendiamo a ricordare di più ciò che è in linea con i nostri gusti e la nostra percezione del mondo. Io tendo a ricordare i colori, le sfumature di un' alba, le tinte dei vestiti, il modo in cui il cielo si tinge durante la giornata, le espressioni del viso delle persone, le cose inconsuete, i tratti distintivi rispetto alla mia cultura e al mio paese, le situazioni divertenti, ciò che mi fa ridere o mi rende felice, le immagini positive, le ingiustizie e la maniera in cui si potrebbero superare, i legami che si creano con le persone e con il luogo. Quando poi mi siedo a casa e ripenso a queste esperienze, so che ognuna a modo suo è stata importante e ha contribuito alla mia crescita e a rendermi la persona che sono ora, con quel lato fuori dal mondo che mi aiuta a vedere ciò che è bello a scovarlo anche in mezzo alla diversità. Come disse Maude, una vecchietta che amava la vita, nel film "Harold and Maude":

"Sai, Harold, secondo me gran parte delle brutture di questo mondo viene dal fatto che della gente che è diversa permette che altra gente la consideri uguale."

Il viaggio consiste nel comprendere la diversità, altrui e propria, difenderne l'intensità dei colori, trovare dei legami col nuovo mondo che ci aiutino a migliorarci e a rendere ogni giorno più unica e originale la nostra visione della vita e di ciò che abbiamo attorno, senza lasciarci condizionare dall'opinione comune, ma difendendo il nostro personale modo di vedere e scoprire la realtà che ci circonda.
 
In foto: me e i colori tenui dello stagno di Cabras, in Provincia di Oristano, Sardegna.



When do we decide the destination and we book the tickets? When do we start to pack our bags? Does the travel start when we close down the door of the house to go? According to me, it starts when our mind begins to float to the new destination, reaching the maximum peak when we leave home. I remember the long hours waiting to get in India, Africa or Estonia. Many flights, many hours to wait and an infinite time to think about what it was waiting for me once arrived there. The time of waiting during the journey itself is the culmination of this travel; we accumulate images, thoughts, expectations, fears, imagines, boundaries to be overcome and the hope to achieve a balance in harmony with the new environment. It's a moment of pleasant abandonment which increases according to the number of kilometers we have travelled, a time when we can get lost in a place that is not known yet. 

Once arrived, it is the moment of the impact; suddenly all our thoughts become reality by giving shape to those that previously was only an abstract image. From this moment the thrill begins, that state of vertigo that drags us into new emotions and the encounter with a different culture, rich in details to be observed slowly in the days. We feel the need to fix on paper or on the web what is happening to us, and our senses are awakened, our mind is more receptive coming into contact with thousands of unusual information; therefore we feel the desire to write down flavors, encounters, discoveries, novelty about this new place. Amazement, excitement, fear, bewilderment, joy, questions, concerns, affection, everything is mixed, as if we feel a thousand conflicting emotions which are difficult to separate from each other. It's a great chaos, a positive chaos; we are bombarded with a variety of information we must categorize, organize, remember, arranged according to our perception of things and the guidelines of our thinking. When the time of farewell, separation and removal arrived, we arrange the images collected in our minds according to our values ​​and standards of life, we tend to remember more what is in line with our ideas and our perception of the world. I tend to remember the colors, the shades of a sunrise, the colors of the clothes, the way the sky is dyed during the day, the facial expressions of people, the unusual things, the distinctive features compared to my culture and to my country, the funny situations, what makes me laugh or makes me happy, the positive images, the injustice and the way in which they could be overcome, the relationship I created with the people and that place. Then, when I sit at home and I think back on these experiences, I know that each of them in its own way was important and contributed to my growth and make me the person I am now with my personality out of the world, a feature that helps me to see the beauty in the midst of diversity. As Maude (a sweet old lady who loved life) said in the movie "Harold and Maude"

"You see, Harold, I feel that much of the world's sorrow comes from the fact that people who are different allow other people to be considered ordinary."

The journey is to understand the diversity of others and our diversity too, it means to defend the intensity of colors, to find links to a new world that will help us to improve ourselves and make our vision of life unique and original without being influenced from the common opinion, but defending our personal way of seeing and discovering the reality that surrounds us.

In these photos: the subtle colours of the Cabras pond, in the Province of Oristano, Sardinia.


You Might Also Like

17 comments

  1. Adoro perdermi nelle tue parole.
    Dire che ti esprimo in modo sublime sarebbe riduttivo :)
    Brava davvero Vale :)

    RispondiElimina
  2. Bel post! Per me il viaggio inizia quando acquisto la prima guida del posto. Le informazioni che trovo in rete non mi fannno lo stesso effetto. Dammi una Lonely Planet e sono già partita (certo che se usassero caratteri un po' più grandi...) ;)

    RispondiElimina
  3. Bellissimo post! Per me il viaggio inizia nel momento in cui decido le date e acquisto i biglietti. Poi durante i mesi che mi separano dalla meta non faccio altro che programmare e raccogliere info :)

    RispondiElimina
  4. Buona domenica mia cara, nessun programma per viaggi. Ciaoo

    RispondiElimina
  5. Complimenti per il post Valentina,è molto bello.Per me il viaggio comincia tardi , quando cioè sono già sul luogo , magari con la guida in mano mentre cammino per strade e viuzze . Confesso che i preparativi e le attese mi mettono ansia , ragion per cui preferisco attedere d'essere arrivata prima di cominciare a godermelo questo benedetto viaggio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vedi, leggendo le risposte capisco quanto siamo tutti molto diversi :) io per esempio amo i preparativi moltissimo :) bello leggere punti di vista diversi :)

      Elimina
  6. Questo post è un piccolo gioiello! :) Per me il viaggio spesso inizia ancora prima di acquistare biglietti&co. Inizia con letture continue, dubbi infiniti, confronti, sogni... fino a che uno di essi inizia a concretizzarsi :)

    RispondiElimina
  7. Risposte
    1. Io rivivo il viaggio appena fatto mille volte :) e ancora più volte fantastico su nuovi viaggi anche se non ho nulla in programma :)

      Elimina
  8. E' vero, il viaggio comincia molto prima di partire. E forse è quella la parte più bella: i sogni, le aspettative, le paure... Mi sono ritrovata molto in questo post, davvero bello!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' vero. La parte dei sogni pre-partenza è quella che mi esalta di più ^^ quando immagini come sarà, cosa farai e cosa ti aspetterà, senza avere alcuna certezza di come andrà :)
      Grazie mille Cris :)

      Elimina

Ogni commento è un raggio di sole.


VISITATORI DEL MONDO CAPOVOLTO

Modulo di contatto

Nome

Email *

Messaggio *